Compagni delle migliori esperienze venatorie: i cani da caccia

Per un cacciatore, soprattutto se cinofilo, il proprio ausiliare è il fedele compagno di tante avventure. Esistono innumerevoli razze di cani da caccia, ognuna delle quali dà il meglio di sé in una specifica tipologia venatoria.

È un colloquio ricco, fatto di movimenti, segnali silenziosi e sensazioni, quello che avviene tra un cacciatore e il proprio cane. Quasi una danza, in cui ognuno dei due avverte la presenza e le intenzioni dell’altro.

Il legame che si crea tra il cacciatore e il suo ausiliare a quattro zampe è fatto di tanti piccoli gesti quotidiani, che vanno ben oltre la semplice compagnia: il proprio cane va curato, compreso e amato ogni giorno.

Spesso basta un semplice sguardo… quando gli occhi del cacciatore incontrano quelli del suo compagno, il messaggio è forte e chiaro, la concentrazione assoluta e l’azione di caccia si avvia al suo compimento.

Esistono 399 razze canine riconosciute dalla FCI (Fédération Cynologique Internationale), suddivise in diversi gruppi a seconda delle caratteristiche. Istinto innato, incredibili capacità olfattive e uditive e una costante specializzazione sono tutti fattori che nel corso del tempo hanno reso i cani da caccia compagni inseparabili del cacciatore di oggi!

Le principali tipologie di cani da caccia sono: cani da ferma, cerca, riporto, seguita, tana e traccia.

I cani da ferma, detti anche cani da punta, sono chiamati così perché, non appena avvertono la presenza del selvatico, hanno l’istinto e l’attitudine di segnalarlo al cacciatore, arrestandosi in posizione eretta o flessa, a seconda delle razze.

Un lento e graduale accostamento è seguito dalla vera ferma. La coda nella caratteristica posizione, i muscoli tesi, l’arresto statuario, lo sguardo fisso sul punto di interesse: lo spettacolo della ferma è un’emozione indescrivibile che ogni cacciatore cinofilo conosce!

L’evolversi dell’azione può comprendere la guidata, il recupero e il consenso, se è presente più di un ausiliare:

  • la guidata avviene quando il selvatico cerca di allontanarsi dal pericolo e sfuggire fuori tiro
  • il recupero è una dote fondamentale del cane da ferma, per il successo dell’azione di caccia, soprattutto in zone impervie e sporche, come nella caccia alla beccaccia o al fagiano
  • si parla di consenso quando, in presenza di più di un ausiliare, quelli che non hanno segnato il punto sul selvatico lasciano la ferma al compagno a quattro zampe che li ha preceduti, rispettando le distanze e la precedenza dell’altro e reggendone il gioco. Come in ogni nucleo sociale, il rispetto dei ruoli è fondamentale per il successo dell’azione di caccia

I cani da ferma sono tra i più scelti dai cacciatori italiani e le tipologie di caccia che si possono praticare moltissime, in Italia e non solo: beccacce, starne, coturnici, quaglie, fagiani, pernici bianche, galli forcelli, beccaccini, cedroni, ognuna con caratteristiche specifiche e appassionanti.

La beccaccia è un selvatico tanto emozionante quanto difficile da cacciare, spesso si trova in ambienti impervi e si libra con un volo saettante ed elusivo. Una vera sfida per il cacciatore… e il suo ausiliare! Il cane da beccacce deve avere intuito formidabile, una cerca ampia e nervi saldi, per non lasciarsi ingannare dalle insidie che la “regina del bosco” mette in atto.

Tra le razze più note di cani da beccacce troviamo:

  • l’energico e vispo Epagneul Breton, particolarmente indicato per i terreni difficili
  • il Setter Inglese, cane versatile e riflessivo
  • Kurzkhaar, meglio conosciuto come German Pointer, il cane da caccia universale, formidabile ausiliare adatto a ogni terreno e tipologia di selvaggina.

A quest’ultima razza canina è dedicato il fucile semiautomatico da caccia Affinity Companion German Pointer, novità 2020 di Franchi e secondo protagonista della Serie Companion di semiautomatici in calibro 12 e 20, che celebra il legame tra il cacciatore e il suo ausiliare.

Tutte queste razze canine sono amatissime da Giulia Taboga, che a caccia di beccacce va solitamente con il Feeling Beccaccia, sovrapposto dedicato a questo selvatico affascinante, o con la tradizionale doppietta Esprit.

Sovrapposti e doppiette sono solitamente consigliati per questa la caccia alla beccaccia perché, oltre ad essere considerati più “green” in quanto permettono di recuperare i bossoli appena dopo il colpo, danno anche la possibilità al cacciatore di sfruttare al meglio il doppio sparo. Entrambi disponibili anche con canne corte da 62 cm, sono fucili estremamente maneggevoli ed ergonomici, particolarmente adatti alla sfida con la “regina del bosco”.

Movimento incessante ed energia inesauribile! Diversamente dai cani da ferma, quelli da cerca non si arrestano una volta percepito il selvatico, ma iniziano a muoversi freneticamente. Il loro vigore durante l’azione di caccia è uno spettacolo coinvolgente da osservare. Tra le razze più conosciute con cui andare a caccia di beccacce, c’è di sicuro lo Springer Spaniel.

Gli occhi languidi sono certamente uno dei tratti peculiari del Labrador, il cane da riporto per eccellenza, celebrato dal primo fucile semiautomatico della Serie Companion, l’Affinity Companion Labrador. Sogno di molti bambini, è un ausiliare di origine canadese, arrivato in Europa a bordo di navi provenienti dalla penisola del Labrador. Amante dell’acqua e del nuoto, resiste alle intemperie, si adatta ad ogni condizione ambientale, prodigandosi in instancabili riporti. L’acqua è sicuramente il suo elemento e per questo viene considerato icona della caccia agli acquatici.

Dotati di olfatto sopraffino, i cani da seguita hanno il compito di rintracciare il selvatico dall’odore delle tracce lasciate sul terreno. Il loro istinto naturale li porta a cercare la selvaggina da pelo, come cinghiali, mufloni, cervi, daini, caprioli, lepri e volpi. Il bravo cane da seguita, dopo aver scovato la preda, la conduce dal cacciatore o sulla linea delle poste. Tra i più conosciuti troviamo il Segugio Italiano, cane di origini antichissime che si dice sia approdato in Italia da navi fenice provenienti dall’antico Egitto.

Particolare menzione va a i cani da traccia, fondamentali per il recupero degli ungulati, nella malaugurata occasione in cui questi si spostino dall’anschuss, il luogo del ferimento.

È invece il coraggio il tratto distintivo di un cane da tana. Impiegato per stanare la selvaggina nascosta nelle tane sul terreno, questa tipologia canina spesso completa il lavoro dei cani da seguita, ingaggiando una sorta di lotta con i selvatici in pastura o nascosti in cunicoli sotterranei per farli uscire allo scoperto.

In quanti non sono stati conquistati dal temperamento e dalla vivacità di un Jack Russel Terrier, usato in origine proprio per la caccia alla volpe?

È una scelta difficile e molto personale, determinata dalla tipologia di caccia che ognuno pratica. Ma al di là del pedigree, delle caratteristiche morfologiche e attitudinali proprie di ogni razza e di ogni cane, ciò che è fondamentale è la pazienza del cacciatore nell’addestramento del proprio ausiliare, per ottenere il massimo affiatamento e, durante l’azione di caccia, diventare una cosa sola.

Quello che è certo è che senza i nostri compagni a quattro zampe… cacciare non sarebbe la stessa cosa!

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