La caccia è fatta di tanti momenti: attesa e azione, pazienza e preparazione. La pulizia carabina è uno di questi e racchiude tutta l’attenzione che ogni cacciatore riserva alla propria arma.
Da alcuni è forse considerata un’attività non particolarmente allettante, mentre per i più romantici rappresenta un vero momento di relax al rientro da una cacciata.
È una sorta di rito in cui, dopo una soddisfacente giornata nella natura, le mani ripetono gesti che conoscono a memoria e una volta terminato il lavoro, si prova un appagante senso di ordine e cura verso lo strumento che consente a ogni cacciatore di vivere la propria passione.
Molte pagine sono state scritte in merito all’utilità della pulizia delle armi, altrettante sono le differenti metodologie usate. Ma di una cosa possiamo essere sicuri… una buona pulizia non può certo far male!
Specialmente per i cacciatori freschi di licenza, che sempre più numerosi si appassionano alla canna rigata, apprendere delle buone abitudini nella manutenzione della propria carabina bolt action è un modo per partire con il piede giusto. Come a dire: “il buongiorno si vede dal mattino”.
Partendo dalla premessa che una ricetta speciale e universalmente riconosciuta non c’è e che ognuno pulisce la propria arma a modo suo, esistono tuttavia dei consigli utili per effettuare una corretta pulizia della carabina.
La consapevolezza è di certo una buona motivazione per dedicare quell’extra time in più alla propria bolt action.
Per questo è importante sapere che durante ogni esperienza di caccia ci sono innumerevoli fattori che possono minacciare l’integrità della propria carabina, se non vengono prese le opportune contromisure.
Non solo eventuali residui di sparo, ma frammenti di foglie ed erba, granelli di terriccio umido che dalle mani potrebbero depositarsi sull’arma, resina delle piante, impronte delle mani sudate e tanto più aria e acqua, la nemica numero uno.
In generale, qualunque elemento organico che possa interagire con il metallo e innescare una reazione è potenzialmente dannoso.
Ma non disperiamo! Non occorre essere esperti in chimica dei metalli per effettuare una corretta manutenzione da campo.
Ciò che serve innanzitutto è: avere occhio. Il primissimo passo è saper riconoscere quando un’arma ne ha bisogno.
E con l’aggiunta di un pizzico di pazienza, il resto verrà da sé e il risultato ripagherà sicuramente del tempo dedicato.
Tutto pronto per cominciare?
Che si tratti di pulizia fucile o di pulizia carabina, la regola numero zero, che viene ancor prima di qualsiasi altro consiglio, è sempre la stessa: accertarsi che l’arma sia scarica, nel caso delle bolt action aprendo l’otturatore e rimuovendo il caricatore amovibile, presente in tutte le carabine Horizon, o aprendo il serbatoio nei modelli Franchi meno recenti.
Il secondo passo è iniziare a smontare tutti i componenti possibili, in base al proprio livello di conoscenza dell’arma.
Mentre per un fucile semiautomatico si può smontare più in profondità, separando facilmente anche la canna e la molla dell’inerziale, che si trova nell’astina (come scritto nell’articolo sulla pulizia fucile), per una manutenzione da campo di una bolt action basterà smontare l’otturatore.
Anche in questo caso, non c’è una regola vera e propria su quanto assiduamente vada fatta la manutenzione da campo per la pulizia carabina.
Nessuno potrà valutare meglio lo stato della propria arma del cacciatore che la possiede.
Occorrerà considerare quanto si usa la propria carabina, in che condizioni ambientali si è cacciato. Il bello o il cattivo tempo sono sicuramente un fattore determinante sulla frequenza necessaria alla pulizia.
Da tenere bene a mente, è che il danno principale viene sempre dall’umidità, dagli schizzi d’acqua e dai residui di sparo, per evitare che i componenti interni inizino a ossidarsi.
Bacchetta. La lunghezza della canna e il calibro sono i principali fattori che orientano la scelta. In commercio si trovano bacchette di diverse tipologie.
In linea generale, una bacchetta d’acciaio ricoperta di nylon e con impugnatura rotante è un utile strumento, che permetterà di svolgere le operazioni di pulizia nel modo più agevole.
Spingipezzuola. Noto anche come jag, si monta all’estremità della bacchetta per inserire la pezzuola.
Pezzuola. Si acquistano già tagliate in qualunque armeria, o si possono fare in casa usando lenzuola, strofinacci o vecchie t-shirt. L’unica accortezza è che siano della misura giusta per la canna e che non perdano fastidiosi pelucchi.
Scovolino. Ne esistono sia in nylon che in bronzo, ma la seconda opzione è sicuramente più efficace per eliminare i residui più resistenti.
Invece, se si utilizzano particolari solventi per rimuovere i residui di rame che si depositano nella canna, può essere molto utile utilizzare uno scovolino in nylon.
Infatti, in quest’ultimo caso è sconsigliato usare scovolini di rame, perché essendo dello stesso materiale da rimuovere, rischierebbero di essere compromessi dal solvente specifico per il rame che si utilizza in questa particolare pulizia.
Olio o solvente. Ultimo ma non ultimo accessorio con cui bagnare la pezzuola.
La celebre frase del maestro Miyagi “Dai la cera, togli la cera”, che conoscono anche i non appassionati cinefili, sembra quanto mai appropriata in questo caso.
Ovviamente per la pulizia carabina non si usa la cera, ma la filosofia è la stessa.
La cosa fondamentale è pulire l’azione da eventuali residui di sparo, rimuovendo l’otturatore – un’operazione facilissima da effettuare, tramite il bottone di sgancio.
In seguito, occorre pulire sempre le parti metalliche e oliarle. Esternamente è importante che si evitino fenomeni corrosivi, specialmente per le canne brunite.
Altro aspetto molto importante è sapere come pulire la canna della carabina internamente, in modo che la precisione rimanga invariata e non si inneschino corrosioni interne a causa dei residui carboniosi generati al momento dello sparo.
Una volta montato lo spingipezzuola sulla bacchetta e smontato l’otturatore, è possibile inserire la bacchetta all’interno della canna, facendo attenzione a passare sempre dalla camera di scoppio, così da non danneggiare la rigatura in volata.
Attenzione a non riutilizzare pezzuole già usate… si vanificherebbe ogni sforzo.
Una volta pulita e passato l’olio o il solvente dentro la canna, non occorre altro che… aspettare il tempo necessario di lasciarlo agire. Così i residui verranno via più facilmente.
In seguito, ecco arrivare il momento dello scovolino, da montare sulla bacchetta. In una decina di passate il gioco è fatto e la canna è come nuova. Appunto: “Dai la cera, togli la cera”.
È conveniente fare l’ultimo passaggio con un velo d’olio, vera e propria armatura che protegge il metallo dall’ossidazione.
Ammettiamolo, prendersi cura della propria carabina non fa sentire bene?
Riporla nella sua valigetta o nel suo fodero, perfetta e pronta per un’altra avventura, fa provare quella carica e quella voglia di uscire ancora nella natura.
Prima di usare nuovamente l’arma, è opportuno ricordarsi di rimuovere l’olio dalla canna con una pezzuola asciutta e voilà… eccola, la vostra cara e fidata bolt action, pulita e pronta a farvi vivere una nuova, indimenticabile esperienza.