La doppietta Esprit: una questione di ingegno

Nella storia del fucile italiano la doppietta occupa sicuramente un posto di grande rilievo.

Nessuno è immune al fascino della doppietta.

Al sentire questa parola, qualunque cacciatore, più o meno giovane che sia, sente un certo moto di reverenza.

Non semplice rispetto quindi, ma bisogno di esibire quel rispetto, perché la reverenza per essere tale deve essere sempre manifesta.

Infatti, la doppietta è ovunque considerata come il fucile da caccia per eccellenza – non solo nel mondo del fucile a canna liscia italiano – e ha superanto indenne il passaggio dall’avancarica alla retrocarica, dalla polvere nera fino a quelle più moderne.

Elegante e raffinata, la doppietta è per l’immaginario del mondo caccia quello che si può definire un “grande classico” dal fascino intramontabile.

Quanti giovani, freschi di licenza o in procinto di prenderne una, hanno guardato gli occhi sognanti del proprio padre o addirittura del proprio nonno al racconto delle avventure vissute in compagnia della propria doppietta?

Paesi come l’Italia, la Francia e l’Inghilterra vedono in questa tipologia di arma il simbolo della tradizione venatoria.

Fin dal lontano ’800 esistevano due tipologie principali di doppiette: la più antica con cani esterni visibili e una tipologia più moderna, la stessa di fatto che si utilizza oggi, con cani interni invisibili o “hammerless“.

La doppietta, o fucile giustapposto, presenta due canne parallele.

Pur essendo armi prodotte in tutto il mondo, sono i fucili inglesi e i fucili italiani giustapposti quelli che godono di maggior fama progettuale e costruttiva.

Risale al lontano 1875 il brevetto depositato da Anson & Deeley che sancisce la nascita della prima doppietta moderna della storia, appunto a cani interni o “hammerless”.

L’armamento era ottenuto mediante il movimento delle canne – che venivano aperte e abbassate – e la meccanica era costituita da pochi e robusti pezzi situati all’interno della bascula.

Una soluzione risolutiva, che ha reso questo funzionamento meccanico, semplice e ingegnoso, il più usato degli ultimi 150 anni.

Avendo canne allineate orizzontalmente, la doppietta da caccia permette di avere una visione di mira molto più ampia.

Infatti, è possibile inquadrare il bersaglio molto più velocemente, grazie all’ampio piano orizzontale delle due canne.

Questo rende la doppietta particolarmente apprezzata nella caccia in ambienti ristretti, come il bosco o la macchia mediterranea, nei drive e nella caccia con il cane da ferma – ad esempio a quaglie o a fagiani – dove i tiri si effettuano a una distanza ridotta e il piano delle canne più ampio agevola il tiratore nel mettere rapidamente in mira il selvatico.

Quest’arma da caccia è amata sia per la sua istintività che per la velocità di puntamento, specialmente per la caccia alla beccaccia, caratterizzata da tiri di stoccata nel folto del bosco e a distanze ravvicinate.

Inoltre, le due canne hanno il vantaggio di poter essere configurate con strozzature differenti.

In base alle abitudini del cacciatore, le doppiette moderne possono essere configurate con uno o due grilletti: se le versioni bigrillo agiscono sulle canne in maniera indipendente, quelle monogrillo azionano la prima canna (meno strozzata) e poi la successiva.

Tra i fucili italiani a due canne, troviamo l’Esprit.

I nomi delle doppiette Franchi hanno sempre richiamato la tradizione: Albatros, Astore e soprattutto Montecarlo. La doppietta di oggi si chiama Esprit, traduzione francese di spirito, ma anche di ingegno in riferimento al meccanismo su cui si basa.

Infatti, l’Esprit appartiene alla tipologia di doppiette a cani interni o “hammerless”.

Filante e dall’estetica elegante, è una fucile da caccia moderno che, pur mantenendo un aspetto classico, presenta un carattere attuale.

Esprit è veloce e istintiva nella messa in mira improvvisa e perfetta per i tiri di stoccata, grazie alla base più ampia formata dalle due canne e dalla bindella.

La doppietta Franchi è disponibile in calibro 12, calibro 20, calibro 28 e calibro .410.

Costruita in base alla piattaforma di sviluppo ergonomico Evolved Ergonom-X, questa doppietta è estremamente ergonomica e naturale all’imbracciata.

Grazie al peso contenuto, dai 2,9 Kg in calibro 12 ai 2,450 Kg nel più piccolo calibro .410, è particolarmente agile nel brandeggio e adatta agli spostamenti laterali compiuti ad arma imbracciata, per via del peso contenuto.

Queste caratteristiche, unite alla possibilità di averla con la canna corta, ne fanno l’alleata perfetta per le emozionanti giornate a caccia alla beccaccia.

La bascula è elegante nell’estetica, perchè presenta la finitura in acciaio tartarugato e forme filanti, grazie alla linea round body, che dona al fucile classe ed essenzialità.

I legni sono di Grado 3 finiti a olio. Il calcio è disponibile sia con pistola che nella versione più tradizionale con calcio all’inglese.

Il calciolo in gomma del caratteristico arancione Franchi diminuisce il rinculo percepito al momento dello sparo.

Come ogni Franchi, gode di 7 anni di garanzia sulle parti meccaniche.

Con Esprit la tradizione della doppietta evolve e si trasforma in linee contemporanee dall’ergonomia perfetta, capaci di offrire a ogni cacciatore un piacere assoluto.

Nonostante le numerose evoluzioni tecniche nel mondo del fucile da caccia, la doppietta resta un oggetto di culto per i cacciatori di ogni età, tanto che negli ultimi anni abbiamo assistito a una rinascita del fucile giustapposto, grazie alle sue qualità intrinseche e al fatto che ne sono state proposte tanti camerati per i piccoli calibri e a prezzi più accessibili.

Sicuramente in questa lunga e fortunata storia, il Made in Italy rimane sempre una garanzia di qualità e affidabilità e tra i fucili italiani sul mercato la doppietta è la scelta di molti cacciatori anche giovani, ma pur sempre legati al fascino della tradizione.

Perché la caccia è anche e soprattutto questo, la storia dei tanti cacciatori prima di noi e di tutti quelli che verranno domani, una ricchezza preziosa e condivisa, una passione che non finisce mai.

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