7 consigli per la caccia alla cerca al capriolo

Alcuni consigli per praticare al meglio una delle attività venatorie più emozionanti: la caccia alla cerca al capriolo.

La caccia alla cerca del capriolo è ogni volta diversa. Condizioni climatiche, atmosferiche, il carattere degli animali, la loro abitudine al territorio che abitano rendono le giornate di caccia ogni volta diverse. È proprio questo che affascina anche il cacciatore più esperto.

È come un rebus senza fine, un mondo dove per fortuna, non si finisce mai di imparare. Quasi la natura ci volesse ricordare che siamo solo uomini al suo cospetto.

Solo il cacciatore umile, studioso e consapevole potrà ottenere i risultati migliori, godere di questa caccia emozionante e portare sempre con sé ricordi indelebili.

Il consiglio zero quindi è: restare umili. Per un cacciatore alle sue prime uscite di caccia al folletto del bosco, questo potrebbe sembrare disorientante. Quindi, da dove iniziare?

Ci sono alcuni accorgimenti che, se applicati con costanza, possono accelerare l’apprendimento delle tecniche di caccia alla cerca. L’abbigliamento indicato, un corretto utilizzo della direzione del vento, un’arma dal calibro giusto non fanno il cacciatore perfetto, ma aiutano ad aumentare le possibilità di successo.

Ecco i nostri 7 consigli per approcciare la caccia alla cerca al capriolo.

I cervidi non vedono a colori, ma in tonalità di grigio, per cui i colori chiari e uniformi saranno più facilmente individuabili in contrasto con lo sfondo del bosco o dei prati. Perciò, è consigliabile usare colori con tonalità varie e ricordarsi che la caccia alla cerca è un’arte nobile… una certa eleganza è d’obbligo.

Ancora più importante è essere preparati alle condizioni climatiche, per essere pronti a ogni evenienza. Se fa caldo, è consigliato un abbigliamento a strati in modo da potersi spogliare facilmente. Se fa freddo, è importante non dimenticare la mantellina di loden, elemento utilissimo dell’equipaggiamento e che, ripiegata, costituisce un ottimo appoggio su rocce o rami d’albero.

Il cacciatore di montagna dovrà ricordarsi guanti, uno scaldacollo e l’immancabile cappello. In montagna il tempo cambia repentinamente e un poncho impermeabile nello zaino, oltre a non pesare, può essere molto utile, soprattutto se ci si ferma alla posta per un pò.

Passiamo ora all’aspetto più importante: le calzature. Se si esce all’alba, quando i prati sono bagnati dalla rugiada, non si può che indossare degli stivali da caccia di gomma di buona qualità, essenziali per la caccia alla cerca del capriolo. Un buono stivale poi non deve fare rumore, per cui è importante provarli accuratamente prima di acquistarli. Devono essere silenziosissimi!

Se si caccia la sera o in montagna invece, gli scarponcini sono la scelta migliore: hanno una buona presa, per assicurarti di non slogare la caviglia o inciampare su terreni irregolari. Lo scarponcino è più rumoroso sulla ghiaia, quindi attenti alla suola.

È importante scegliere solo calzature con materiali al top, perché non c’è niente di peggio dei piedi bagnati o gelati durante una lunga giornata di caccia.

La silenziosità del resto dell’abbigliamento è fondamentale. Morbidi pile, loden o capi in pelle scamosciata sono un must in questa caccia, mentre tessuti come il nylon, che fanno rumore a ogni sfregamento, assolutamente da evitare: il selvatico li sentirà a centinaia di metri di distanza.

Uno zaino con tutto ciò che serve è il vero compagno del cacciatore di caprioli alla cerca.

Sono consigliabili due binocoli: uno a grandi ingrandimenti per le cacce in campo aperto e uno piccolino per la cerca nel fitto del bosco.

Bastone da tiro o “alpenstock”: è fondamentale per fornire equilibrio su terreni ripidi. Che sia uno stick tecnologico di ultima generazione o ricavato da un ramo trovato nel bosco non importa, il cacciatore di caprioli esperto non ne farà mai a meno.

Quando il capriolo entra nell’ottica, il battito cardiaco aumenta e il respiro si fa inconsciamente e inevitabilmente più affannoso. In questa situazione, la parola d’ordine è: prudenza.

Infatti, prendersi qualche attimo in più per valutare bene la distanza, il vento e “sentire” il colpo è importante per essere sicuri di effettuare un tiro meditato e preciso, evitando il ferimento, vero nemico del cacciatore di selezione.

Corda: il cacciatore di caprioli alle prime armi spesso non considera come farà a portare il selvatico giù dalla collina una volta preso. È qui che entra in gioco una buona corda. Se è una giornata fortunata e si cattura il primo animale al mattino presto, la corda è utile per appendere l’animale a un albero mentre si tenta una seconda azione di caccia.

Coltello per la caccia al capriolo: dovrà essere ben affilato e non avere troppi accessori, perché andrà lavato spesso, meglio se non a serramanico, perché è più sicuro. Dovrà avere un manico ampio e con buon grip, in modo da non scivolare con le mani bagnate o sporche. Infine, privilegiare uno strumento colorato è utile per non perderlo nell’erba.

Sono due i tipi di coltello di cui munirsi se si vuole concludere bene l’azione di caccia al capriolo. Il primo deve essere in grado di alleviare le inutili sofferenze dell’animale, nello sfortunato caso di ferimento e il secondo, sempre ben affilato, servirà per pulire l’animale sul posto, in modo da far defluire immediatamente il sangue dalle fibre, evitare il possibile insorgere di batteri e trattare correttamente la carne, così da renderle onore.

Inoltre, pulire sul posto il selvatico ha due vantaggi: il capriolo diventa più leggero da trasportare e le interiora un prezioso cibo per gli altri animali del bosco.

Acqua: la caccia migliore al capriolo è forse il “Brunf” o “Fippio” o “fischio“, ossia quando il capriolo è nel pieno della stagione degli amori e lo si attira con il richiamo, quasi sempre un buttolo. Essendo a fine luglio e all’inizio di agosto, quando il caldo è implacabile ovunque, occorre mantenersi ben idratati per tenere alte energia e concentrazione.

Cibo in abbondanza: quando si cammina molto è fondamentale mantenere alti i livelli di energia. Spesso si caccia con un compagno e uno spuntino conviviale ogni tanto, per tirare il fiato e fare due parole, è una delle componenti più belle di qualsiasi genere di caccia, non solo della caccia alla cerca del capriolo.

Potrebbe sembrare ovvio, ma come principiante nella caccia alla cerca è facile dimenticare di esercitarsi prima dell’azione di caccia vera e propria. Avere confidenza nel maneggio dell’arma è essenziale, se si vuole conseguire l’abilità necessaria a cogliere quell’attimo che il selvatico concede.

Nelle cacce più vere, soprattutto nel bosco, il capriolo lascia pochi secondi per decidere e cacciatore e arma devono essere in quel momento un tutt’uno.

Essere pronti a ciò che si incontrerà è importante per affrontare al meglio la stagione di caccia. Esercitandosi a sparare a brevi, medie e lunghe distanze, si acquisirà la sicurezza e l’abilità per gestire qualsiasi tiro richiesto durante la stagione venatoria.

Si può iniziare a sparare a 50 e 100 metri, quindi aumentare fino a 200 metri. Se ci si trova nel fitto bosco, potrebbero essere necessari anche tiri corti.

Inutile ripetere fino allo sfinimento che le armi vanno sempre tarate. Dopo l’azione e tra una giornata di caccia e l’altra, un semplice urto può spostare la taratura anche di poco, ma a 200 metri un millimetro può fare la differenza tra un colpo preciso e mancare il selvatico o peggio ferirlo.

Una delle scelte più comuni per chi pratica la caccia alla cerca, sono carabine bolt action a otturatore girevole. La famiglia di carabine da caccia Horizon offre un ampio ventaglio di configurazioni, che si adattano alle esigenze del cacciatore sia in termini di funzionalità che di estetica.

La bolt action Horizon è presente nei principali calibri a seconda del modello: .223 Remington, .243 Winchester, 6.5 Creedmoor, .270 Winchester, .308 Winchester, .30-06 Springfield, .300 Winchester Magnum.

Tutte le versioni sono dotate di caricatore amovibile, otturatore scanalato a tre alette di chiusura e grilletto regolabile.

Consegnate con certificato di precisione di 1 M.O.A. su tre colpi sparati, godono di 7 anni di garanzia sulle parti meccaniche.

Tra le novità 2021 troviamo Horizon Wood, una carabina ergonomica e dalle linee moderne, ma che grazie alla calciatura in legno mantiene un legame con la tradizione.

I caprioli non hanno una vista eccezionale, come invece hanno i cervi e soprattutto i camosci, ma conservano un udito e un olfatto eccezionali. Un minimo rumore o una distrazione nella gestione del vento e la caccia sarà finita.

Quindi, non profumarsi mai: questa è la chiave per rimanere indistinguibili. È importante assicurarsi di aver lavato i vestiti con un sapone senza profumo e non usare il deodorante durante la giornata di caccia.

Se si procede all’avvicinamento, il cacciatore dovrà cercare di stare il più basso possibile e non correre: i passi sul terreno sono per il selvatico come tuoni di un temporale.

Sapere da che parte tira il vento è fondamentale per un cacciatore. L’odore umano viaggerà molto e se il selvatico dovesse sentirlo, non concederà una seconda occasione. Ecco perché occorre sapere come usare il vento a proprio vantaggio e posizionarsi tatticamente.

Per determinare da che parte soffia il vento, la fiamma di un accendino, un soffio di borotalco e alla disperata un dito bagnato al vento, possono determinare o meno l’esito dell’azione di caccia alla cerca.

Una volta stabilito da che parte soffia il vento, ci si dovrà posizionare sottovento in modo che i caprioli non percepiscano l’odore. Ovviamente, questi piccoli cervidi non si comportano sempre nel modo previsto, ma ci si dovrà comunque preparare al meglio per concludere la cerca.

Per concludere con successo lo “stalking“, come lo chiamano gli inglesi, o “piersh” in tedesco, il cacciatore deve essere concentrato, astuto, leggero sui piedi e in generale silenzioso.

Pensare sempre prima di muoversi, visualizzare il percorso e anticipare gli ostacoli. Procedere poi a piccoli passi leggeri, spostando il peso il più possibile sulle punte, in modo da fare il minor rumore possibile.

Oltre a stare attento a dove si cammina, è importante essere sempre consapevoli di ciò che ci circonda. Occhi e sensi sempre attenti e testa alta per guardarsi intorno, alla ricerca di discontinuità nel paesaggio.

Ci si potrà muovere solo quando i caprioli saranno tranquilli e non allertati. Niente fretta, soprattutto in campo aperto. Il momento giusto è quando hanno il capo basso sul terreno, perché stanno pascolando. Se un capriolo guarda in alto, occorre rimanere perfettamente immobili sul posto.

Il vero cacciatore non è interessato solo al carniere. Ogni cacciatore ha la responsabilità di sparare in modo consapevole ed etico e parte del suo compito è proprio quella di preservare la natura per le generazioni future.

Se l’uomo, con la sua presenza, ha alterato l’ecosistema, il suo intervento può e deve essere orientato a riequilibrarlo. Per questo, ci si deve ricordare di mirare prima ai giovani non promettenti e ai vecchi con palco in regresso. Un giovane maschio con un bel trofeo è nel pieno del suo fulgore riproduttivo e prelevarlo è un delitto.

Se si avvista un capo sanitario, è opportuno rinunciare a un trofeo più “prestigioso” e privilegiare il prelievo di esemplari con malformazioni o importanti difetti fisici.

Un altro dovere del cacciatore etico è quello di ottenere un prelievo “pulito” senza ferimenti. Per fare questo, occorre non azzardare mai tiri improbabili, senza un giusto appoggio o in condizioni di visibilità insufficienti. Si risolveranno solo con un brutto ricordo.

Pochi preziosi consigli che, se interiorizzati, faranno non solo fare un salto di qualità come cacciatore, ma aumenteranno le emozioni e i ricordi legati a una delle pratiche venatorie più avvincenti, la caccia alla cerca al capriolo.

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